Di media dimensione e con un buccia che varia dal rosa all’arancio rosso al viola giallo, di caju ne esistono 20 specie che differiscono per sapore e consistenza della polpa che è generalmente morbda e molto dolce con un retrogusto astringente. Questa pianta è originaria del Brasile, precisamente della zona Amazzonica, e si è diffuso in tutto il mondo a partire dal 1500.
Il termine “caju” deriva da “acaiu”, cioè “noce che si riproduce”. È composto da due parti, il frutto vero e proprio e il suo pseudofrutto che è la parte che viene venduta come frutta secca, ma può essere mangiata anche cruda. Il corpo principale è molto delicato e dev’essere acquistato fresco senza ammaccature sulla buccia. La sua polpa viene utilizzata per creare succhi, dolci, frutta sciroppata, gelati, liquori, sciroppi e aceto. La “piccola castagna” invece, conosciuta come anacardo o con il suo nome internazionale “cashew nut” si utilizza principalmente come snack, ma da essa si può ricavare un ottimo olio commestibile e la farina. Persino la buccia dell’anacardo trova un suo utilizzo: molto dura e piena di olio viscoso viene trasformata e impiegata come materia prima per l’industria.
Proprietà del caju
Iniziano ad essere molto noti i benefici derivanti dall’utlizzo sia alimentare che cosme tico dell’olio ottenuto dall’anacardo, sia fresco che secco. Poco conosciute invece sono le proprietà della polpa di caju: il suo contenuto di vitamina C è pari a 5 volte quello degli agrumi, ad esempio il limone o l’arancia. È inoltre fonte di proteine, fibre, carboidrati e possiede i minerali essenziali come fosforo, magnesio, potassio e zinco. È anche ricco di vitamina K. Ha propietà antifiammatorie e antibatteriche, le foglie e le radici possono essere impiegate per curare malattie della pelle come eczemi e psoriasi. È inoltre antiossidante e aiuta a contrastare disturbi gastrointestinali. Indicato per l’impotenza maschile, nella medicina tradizionale è da sempre usato per prevenire e combattere le malattie veneree. Infinela “acaju membrana”, un sottile film a base di succo di caju utilizzato come cicatrizzante per le ferite o contro le ustioni. Lasciando il succo a riposo da 15 a 30 giorni la fermentazione crea naturalmente questa pellicola che applicata sulla parte necessaria vi aderisce perfettamente formando una seconda pelle. In Brasile, esiste un cajueiro, la pianta da cui nasce il caju, entrato nel libro dei Guinness dei primati: 8500 metri di superficie, 500 metri di diametro e una produzione annua di 80.000 anacardi. Numeri assurdi ma reali, conseguenza di una malformazione genetica che continua a dare i suoi frutti. Piantato nel 1888 da un pescatore, morto poi all’eta di 93 proprio sotto l’ombra del suo enorme albero, è visibile ancora oggi recandosi a 12 km a sud di Natal nella nota cittadina turistica Pitangi do Norte.
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